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                IL PALAZZO DI NOGA    
נגה



       Pubblichiamo qui la traduzione di un brano tratto dal famoso libro Pardes Rimmonim, una summa della Cabalà pre-lurianica, scritto dall'insigne rabbi Moshè Cordovero. Riguarda Noga, il terzo dei Sette Palazzi della Santità, visitati dalla Merkavà del cabalista adepto. Vi darà un'idea della estrema complessità e anche dei rischi presenti nei tragitti attraverso Santuari e visioni mistiche. Per arrivare al Portale verso la guarigione, accolti da angeli benevolenti, c'è da visitare o da passare vicino ai tribunali dove vengono giudicate le anime a seconda delle loro azioni. Anche questi luoghi sono descritti con toni molto vividi, che eccheggiano del timore umile e contrito dei maestri cabalisti che avevano per primi attraversato quelle stesse dimensioni della consapevolezza. In poche parole, le emozioni 
da loro provate variano lungo tutto l'asse Chasadim - Ghevurot, e la gamma delle loro infinite mescolanze. Tale asse può orientarsi in molti diversi modi nello spazio. Quei giudizi severi sono qui anche oggi, per insegnare timore e riverenza ai praticanti. Un altro asse di spostamento Chasadim - Ghevurot è quello tra piaceri e delizie sensoriali da una parte, e invece stati di dolore dal'altra. A soffrire è l'anima fratturata, che sente vicina la sua parte mancante ma che non sa come portarla a se, o farsi portare a lei. Ogni tentativo, oltre ad essere lungo e faticoso, la allontana dalla meta. Frustrante? Deprimente? Queste sono alcune delle aree grigie del cocchio fatto dai maestri di allora e che stiamo facendo anche noi oggi. Pur scegliendo Qlipat Noga, per via dei suoi piaceri, durante il viaggio è pressochè inevitabile cadere in luoghi più bassi. Il segreto qui sta nel fare come se si stesse sciando, virare e schivare, meglio, scivolando sulla cresta delle onde con eleganza e piacere. Più tardi occorrerà rimettersi i pesi in spalla e risalire. 
                             Queste sono alcune delle esperienze nel palazzo di Noga. Infatti Qlipat Noga ne è parte integrante, anche se limitata in estensione e tempo. E' una delle sue zone più segrete, una delle sue possibili iniziazioni, per chi vuole poi salire al Chashmal o al Merito. Riassumiamo: Noga è sia il nome del terzo Palazzo che quello della più alta delle quattro Qlipot, il cui nome preciso, per evitare confusioni, è Qlipat Noga. Il resocondo che ora pubblichiamo, compilato dal Cordovero , è una sintesi riassuntiva di quanto spiegato dallo Zohar, nei due brani  nei quali si parla degli Heikhalot.  Noga è il terzo dei Sette Palazzi della Santità, visitati dalla Merkavà del cabalista adepto. 

               Ed ora ecco un estratto del brano del rabbi Cordovero. Nel leggerlo, badate che quando si parla di "opposto della vita", si intende la morte dello Spirito, della Ruach, che è quella parte dell'anima che mette voglia alla Nefesh di evolvere, la spinge a crescere nelle sue qualità creative. Se manca quella, la Nefesh rotola verso sofferenza ed amarezza, G-d forbid.

       "Questo è un Palazzo più nobile dei due precedenti, e in esso si trovano quattro aperture poste ai quattro angoli cardinali. La prima 
apertura è a Sud, ed è guardata da un angelo di nome Malkhiel (Dio è il mio Re), che ha potere su tutti i verdetti emessi sugli esseri umani. Dopo essere usciti dal giudizio del tribunale celeste essi vengono a trovarsi sotto la custodia di quest'angelo e di due scribi, di nome Shamashiel e Kamueil, il cui compito è di rettificare tutti i documenti emessi a proposito dei giudizi passati sugli esseri umani. Così facendo egli ritarda il momento in cui gli esseri umani vengono portati sotto la custodia di Sanagadiel, l'angelo guardiano del primo palazzo, dal lato sinistro, di fronte a coloro che accusano gli esseri umani e a volte li giudicano, Dio ci scampi! Perciò tale angelo (Malkiel) li rettifica, e riguarda i loro meriti, per vedere se compaia in loro favore qualche angelo pronto a difendere la loro causa, onde rendere più soffice il giudizio emesso su di loro. 
 
            Dopo essere stati corretti, tutti i documenti e i verdetti vengono presi da un angelo di nome Gazariel, che li porta alla seconda apertura, nel lato orientale, dove si trova un angelo di nome Azriel (Dio è il mio aiuto). Il suo compito è di sigillare i verdetti, sia quelli destinati alla vita, che quelli destinati all'opposto della vita, D-o non voglia! Sotto di lui operano due aiutanti, di nome Sartià e Adiel, uno dei quali gli sta a destra e l'altro a sinistra. Nelle mani di quello a destra si trovano la vita e il sigillo della vita; nelle mani di quello a sinistra si trovano l'opposto della vita e il sigillo dell'opposto della vita. Tale porta è chiusa per sei giorni alla settimana, e di Shabat o di Rosh Chodesh (primo del mese) si apre per mostrare la vita e il sigillo della vita che si trovano là dentro. Durante lo Yom Kippur questa porta è chiusa fino a dopo l'ora della preghiera pomeridiana. Dopo quest'ora si risveglia uno spirito che esce dal Palazzo del Merito (Zekhut, il quarto Palazzo) e si alza l'angelo guardiano di tale porta, coi suoi due servitori, l'uno a destra e l'altro a sinistra, coi sigilli della vita e dell'opposto della vita e con tutti i verdetti e i giudizi, e sigillano questa persona alla vita, e quest'altra all'opposto della vita.
 
         Alla terza porta, a lato nord, vengono resi noti tutti i decreti riguardanti le sofferenze degli esseri umani, sia le malattie che la povertà, tutti quei decreti che non riguardano l'opposto della vita. Qui si trova un angelo di nome Kaftziel (Dio è il mio desiderio), e il suo compito è di chiudere la porta alla teshuvà di una persona a proposito della quale è stato così decretato (che la sua teshuvà non venga accettata), a meno che la teshuvà non sia completa e forte, così come è scritto: "si chiuderà all'uomo e non gli si aprirà".  D-o ce ne liberi!

 

       La quarta apertura si trova ad Occidente, ed è la Porta della Guarigione; ne è incaricato un angelo di nome Padael (Dio visita), che è l'angelo della guarigione, poichè fa entrare tutte le preghiere dei malati e dei sofferenti, e parla in loro favore. Questo angelo fa salire il loro merito e le loro preghiere e le fa entrare davanti al Re, l'Eterno delle Schiere (Y-H-V-H TZEVAOT). A proposito di tale angelo è scritto:

                                                                            "c'è su di lui un angelo 
oratore tra i mille?"

 

        In questo Palazzo c'è un luminare di nome Noga, e la sua luce è superiore e più preziosa di quelle presenti negli altri Palazzi descritti fin'ora. In tale luminare non si rivela nessun colore, e perciò viene chiamato "puro", per indicare la sua purezza. Esso non può rivelarsi se non rivestendosi delle altre luci, e così facendo lascia che si intravveda una luce il cui colore è diverso da quelli presenti in tutte le altre luci. Questo luminare si chiama Zohariel (Splendore di Dio), ed è stato creato dall'olio dell'unzione santa che scende abbondante da Binà. A tale proposito è scritto:

 

                                                                    "ho preparato una candela per il mio prescelto (meshichai)".

                  Tramite l'entrata di tutte le luci 
dei Palazzi inferiori in questo Palazzo, e il loro venir incluse nella sua luce, esse vengono unte e vengono accese dall'olio buono. Si tratta del luminare che appartiene a coloro i quali hanno una parte nel mondo a venire, ed esso li incorona di luminosità e splendore, mentre entrano negli altri Palazzi senza bisogno di permesso. Quando la luce di questo Palazzo è rettificata e include in sè quelle dei Palazzi inferiori, allora viene generata un altra luce, di nome Ahadiel. Tale luminare si pone sotto quell'altro, del quale abbiamo parlato, per ungere con l'olio dell'unzione santa  tutte le anime che stanno salendo.
 
                Mentre esse passavano attraverso gli altri Palazzi, le ventidue lettere della Torà sono state impresse su di loro, e quando arrivano qui l'angelo menzionato le unge, poi esse entrano nel Fiume di Luce (Nahar Dinor, la Via Lattea) e di là salgono ulteriormente per venir sacrificate sull'altare. Tale luminare, di nome Ahadiel, contiene altri tre luminari, dato che l'olio dell'unzione ha tre componenti, e mentre questo luminare scintilla, con esso scintillano anche le 22 lettere incise sulle anime, e tutte le 22 lettere gli fanno da aiutanti e si chiamano col suo nome e sono contenute in esso. Tale luminare e gli altri 22 sono contenuti in quell'altro grande luminare di cui abbiamo detto: Zohariel, e quando tutti i luminari vengono ad unirsi insieme ai luminari dei Palazzi, a Ahadielalle 22 lettere all'interno di Zohariel tutto ciò forma un'unità di Vitalità Cosmica   
                                                                            Chaià   
חיה 

di nome Ahaiel (Alef-Hey-Yud-Alef-Lamed), che contiene anche il Leone e 
l'Aquila, il tutto in'unica forma. 

                                                                                                            אהיא-ל

                                       


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