IL
SEGRETO DEI DUE MESSIA


     

                           

                                                                         Sole e Luna, la stessa polarità della quale fanno parte i due Messia.


               Il Talmud (Sukka 52 a) ci parla dell’esistenza di due distinte figure messianiche: Mashiach ben Yosef (figlio di Giuseppe) e Mashiach ben David (figlio di Davide). Secondo il brano citato, il primo Messia, il ben Yosef, dovrebbe venir ucciso, tant’è vero che il secondo Messia (ben David), vedendo ciò, chiederà a Dio di fargli il dono della vita. Ecco la traduzione delle parti rilevanti del brano in questione:

         «Così hanno insegnato i nostri maestri: Così dice il Santo, benedetto Egli sia, al Messia figlio di Davide, che si rivelerà in futuro, possa ciò avvenire speditamente e nei nostri giorni: “Chiedimi una cosa e te la darò, così com’è scritto: (Salmo 2, 7-8): … Oggi ti ho fatto nascere. Chiedimi una cosa e ti darò i popoli in eredità”. E dato che (il Messia figlio di Davide) aveva visto che il Messia figlio di Yosef era stato ucciso, così gli risponde: “Signore del mondo, da Te desidero soltanto la vita. Gli replica (Dio): “Vita. Prima ancora che tu lo dicessi già aveva così profetizzato Davide tuo padre, com’è scritto (Salmo 21, 5): Ti ha chiesto la vita e gliela hai data“».

               Secondo le tradizioni cabalistiche il primo Messia sarà la preparazione alla venuta del secondo. Sui loro rispettivi ruoli ci sono parecchie opinioni. Il Gaon di Vilna afferma che il Messia figlio di Yosef è il culmine di quel processo di redenzione che avviene gradualmente, in un modo che a prima vista sembrerebbe un’evoluzione naturale, un processo storico e umano. Tra i compiti del ben Yosef c’è quello di portare l’umanità ad una situazione economica generale molto florida, tale da consentire il superamento di quelli che per millenni sono stati i problemi basilari per la maggioranza delle persone: cibo, vestiti, alloggio, sopravvivenza fisica. Nel far ciò egli userà uno squisito talento economico ed organizzativo, simile a quanto dimostrato dal suo famoso antenato Yosef, che fu viceré d’Egitto e che seppe fronteggiare con estrema oculatezza una grave crisi alimentare. Così facendo Yosef trasformò ciò che doveva essere una carestia catastrofica in un’occasione per aumentare la ricchezza dello stato e dei cittadini (Genesi 41). Come il suo antenato, il Messia ben Yosef possiederà una rettitudine e un’integrità senza paragoni, e dimostrerà che il vero successo negli affari si ha solo conducendoli in modo onesto.

Egli preparerà la strada alla venuta del secondo Messia. Sarà lui che inizierà il raduno dei dispersi d’Israele, ricostituendo lo stato d’Israele nella terra d’Israele. Avrà una grande influenza politica sui governanti del mondo, e li preparerà ad accettare la pace che il secondo Messia porterà in modo pieno e definitivo. Il superamento dei problemi economici è di fondamentale importanza se si vuole che anche la gente comune abbia più tempo e possibilità di dedicarsi allo studio e all’approfondimento della Torà, attività che sarà destinata a diventare la più importante e quotata tra tutte le occupazioni umane. Il Figlio di Yosef saprà come ridistribuire gli utili delle grandi compagnie in maniera più equa, eliminando le gravi ombre di sfruttamento e discriminazione, le evidenti ingiustizie sociali che oggi in molti casi macchiano il patrimonio dei più ricchi. A tale scopo, egli saprà come far rispettare le leggi della Torà sulla Decima, sul riposo Shabbatico, sull’anno di Shmità e sul Giubileo, leggi che saranno pubblicamente rispettate, insieme alla pratica molto diffusa della Tzedakah (la beneficenza).

Secondo il Gaon di Vilna il Messia ben Yosef non dovrà necessariamente morire. Un supporto a questa tesi si trova in Genesi 45,26, nell’espressione: “od Yosef chai” = “Giuseppe è ancora vivo”. Giuseppe, venduto come schiavo dai fratelli, per molti anni fu creduto morto dal padre Giacobbe, che alla fine ebbe però la sorpresa incredibilmente gradita di scoprire come il figlio fosse invece vivo e vegeto! In modo analogo, il Messia ben Yosef, se sostenuto dalle preghiere e dall’appoggio di tutti noi, non dovrà morire. Il Messia Ben David viene per guidare l’umanità alla sua rettificazione finale e completa.

Cabalisticamente parlando, il primo Messia riflette ciò che lo Zohar chiama “Itoruta de-letata” o “Risveglio dal basso”. Si tratta della somma degli sforzi di quanti non hanno mai cessato di credere nella possibilità di rettificare se stessi e il mondo. È il sommarsi delle buone azioni compiute dai giusti di centinaia e centinaia di generazioni. Il “risveglio dal basso” è il frutto dell’operare umano, e corrisponde al lato sinistro dell’Albero della Vita, quello della Ghevurà, del Timor di Dio. Dice il Talmud:“tutto è nelle mani del Cielo all’infuori del Timore del Cielo”. In altre parole, non possiamo pretendere che sia la stessa Provvidenza a farci aprire gli occhi sull’esistenza di Dio e dei misteri superiori, e sul bisogno di adeguare le nostre azioni e il comportamento quotidiano ad esse. L’accettazione del “giogo del Regno dei Cieli” dipende soltanto da noi stessi.

Invece, il Messia figlio di Davide sarà l’“Itoruta de-le-ila”, il “Risveglio dall’alto”, la risposta di Dio al grido delle sue creature, alle loro incessanti preghiere e sforzi; sarà l’intervento diretto e miracoloso della potenza divina, capace di trasformare in modo definitivo il corso della storia umana. Si tenga presente che a questo punto anche la libertà di scelta non esisterà più, dato che la rivelazione della Divinità sarà così intensa da eliminare ogni dubbio, da impedire ogni comportamento non in accordo con la Sua volontà. Il primo Messia opererà in modo più naturale, più graduale ed umano. Il secondo Messia aprirà un periodo in cui il miracoloso e il soprannaturale saranno eventi quotidiani. Egli rappresenta il lato destro dell’Albero della Vita, il lato dell’Amore, la discesa gratuita e illimitata dell’abbondanza e della grazia.

Si può comprendere la dinamica dei due Messia anche nei termini del pilastro centrale dell’Albero sefirotico. In tal caso Ben Yosef è la Sefirà di Yesod, e Ben David è la Sefirà di Malkhut. Come insegnato in Cabalà, lo scopo del servizio che siamo chiamati a fare qui in terra è portare il più alto grado possibile d’unificazione tra queste due Sefirot. Vediamo cosa ciò significhi nella vita pratica di ciascuno di noi. Secondo le profezie bibliche, i più attivi e coinvolti nella serie di eventi del periodo messianico saranno gli ebrei e l’insieme di quei gentili che rientrano nella categoria dei Chasidei Umot Olam (i Giusti delle Nazioni del Mondo). In ognuna di queste persone esiste un punto di potenzialità messianica, che le rende in grado di entrare a far parte della schiera dei giusti che circonderanno il Messia per aiutarlo in tutte le sue imprese.

Occorre sviluppare e rendere sempre più manifesta tale potenzialità, che in molti casi purtroppo rimane nascosta per tutta la vita. Alcuni di noi sono più vicini alla figura del figlio di Yosef, altri al figlio di Davide. È una questione di vocazione personale. I primi saranno più attivi sul piano sociale e materiale, portando giustizia, equanimità, generosità e rettitudine all’interno delle proprie attività. Come fece Yosef a suo tempo, sapranno dimostrare che è possibile essere pienamente attivi nel mondo moderno, nei ruoli professionali più complessi, senza perdere contatto con la fede e con la certezza della presenza di Dio. Tale fede e certezza non va intesa solo come speranza di un bene nella vita al di là della morte, ma come forza che modella la storia, incanalandola verso la redenzione del mondo fisico. La pratica quotidiana della preghiera e una più attenta osservanza dei precetti che Dio ci ha affidato è un’altra caratteristica di questo primo gruppo.

I discepoli di ben David saranno più attratti dall’occuparsi a tempo pieno di argomenti spirituali, dedicando il meglio delle loro energie allo studio della Torà, specie nelle sue parti mistiche e cabalistiche. Ciò non li isolerà nella torre d’avorio delle conoscenze intellettuali, ma li renderà in grado di capire in profondità i problemi della psiche umana, di consigliare e di indirizzare chi ne abbia bisogno. È però oltremodo importante che, al di là di quelle che sono le inclinazioni personali, si cerchi una più stretta unità con chi segue l’altra via. I due Messia devono poter operare insieme, o altrimenti la loro venuta resterà un evento lontano, che ai più appare improbabile. Avrà un compito più spirituale, che consisterà soprattutto nella rivelazione dei segreti della Torà, mostrando come in essa siano contenute tutte le informazioni e gli insegnamenti necessari per far effettuare all’umanità il più importante salto qualitativo della storia. Si tratterà di un balzo evolutivo ancora maggiore di quello compiuto con la rivelazione della Torà sul monte di Sinai. Egli saprà interpretare ogni brano della Torà, per quanto oscuro e misterioso, grazie alla piena maestria delle tecniche cabalistiche. Sarà finalmente possibile vedere come in essa, oltre ai principi etici, siano contenute anche le informazioni sulla vera struttura scientifica del cosmo, e sul suo destino finale. La comprensione della complessità psicologica ed emotiva dell’essere umano non avrà più misteri, e saremo in grado di vincere le tendenze animali, egoistiche, volgari e meschine che ancora condizionano in misura determinante perfino il più intelligente e il più forte tra di noi. Infine egli saprà diventare il ricettacolo del potere politico, che gli verrà spontaneamente dato dai popoli, e saprà utilizzarlo per guidare il mondo intero verso uno stato paradisiaco ancora più elevato di quello che Adamo ha posseduto nel Giardino dell’Eden.

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