il mandala dello Spirito secondo Gustave Dorè

 

                                            Età Dello Spirito

 « Io effonderò il mio Spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie. Anche sopra gli schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò il mio Spirito. »   (Gioele 3,1-2)

  Rabbi Avraham Azulai nacque a Fez, in Marocco, nel 1570 circa. A trent’anni fece “l’ascesa” in terra d’Israele e si recò a vivere a Hebron, la città   dei Patriarchi, l’unica città in tutta Israele nella quale ci fu una presenza ebraica anche nei lunghi secoli bui dell’esilio. Lì mori settantenne, e fu sepolto. Ci ha lasciato, tra le sue varie opere di Cabalà, un testo chiamato “Chesed le Avraham”. In esso egli prevede che nella notte del primo del mese di Adar Alef 5722 (5 febbraio 1962) sarebbe avvenuto un evento molto importante nel cammino della Redenzione universale. Si noti come ciò avvenisse circa 350 anni prima di quella data. Ebbene, una breve occhiata alle effemeridi di 5 febbraio 1962 mostra come quel giorno si radunarono bene sette pianeti in Acquario, i sette pianeti dell’astrologia tradizionale. L’evento è rarissimo. Ed è dagli anni Sessanta che ha iniziato a verificarsi una serie incredibile di cambiamenti nella nostra società.

   È iniziata l’Età dell’Aquario! Non si confonda ciò con la cosiddetta New Age, uno miscuglio di insegnamenti sgualciti e sbiaditi, fatti passare come “spiritualità”, “healing”, “auto-realizzazione”. In questi sistemi vengono continuamente riciclate le stesse pratiche di pensiero positivo e simili, anche se con nomi diversi. È veramente disarmante vedere quanto interesse e successo ciò possa avere perfino tra un pubblico colto e raffinato. L’unico segno positivo di ciò è la conferma di quanto enorme sia diventata la sete di Spirito tra la gente, nell’ormai decadente civiltà occidentale.

   L’Età dell’Aquario è molto di più! È l’Età dello Spirito, che sta iniziando. donandoci le primizie di realizzazione delle più grandi profezie messianiche per ora rimaste solo parole. Da Isaia alle pagine dell’Apocalisse, il “tempo è vicino”, il tempo è questo! “Arrivano giorni…

“ hine yamim ….  Ecco arrivano giorni…   (Amos 8, 11)

“ecco, arrivano giorni, dice il Signore D-o, manderò una carestia nella terra,
non una carestia di pane e non una siccità di acqua, bensì di sentire le parole del Signore”

Guardate questo clip di Rav Shlomo Carlebach mentre canta “Days are coming…” in inglese:

http://www.youtube.com/watch?v=GTpL2bpAV9k&feature=related




   Ed è in questo contesto che si è svolto il nostro seminario itinerante Verità e Bellezza.

               L’unione tra Bellezza e Verità è possibile solo grazie all’opera dello Spirito, רוח הקודש Ruach ha Qodesh.
   Per le scuole di profezia, vecchie e nuove, la Terra d’Israele era ed è il migliore insieme spazio-tempo per apprendere le basi della Profezia. Ad esempio, tra le esperienze che il gruppo del nostro viaggio mistico compie, è quella di esporsi al campo energetico presente tra i due poli, Har ha-Morià e Har Tzion. Il primo è il monte sul quale sorgeva il Tempio, ora sede un una imponente moschea con la cupola dorata. Il secondo è il monte Sion, sul quale, in verticale diretta, ci sono la tomba di Davide, il Cenacolo, e il minareto di una piccola moschea. Questi due monti sono due aspetti vicini e fratelli dell’Axis Mundi. La loro opera combinata è tale da generare un campo unificato, capace di abbagliare e sorprendere il visitatore occasionale, e di illuminare ed elevare chi ci arriva pronto e disposto alla preghiera.
      Il nostro scopo è l’unione tra Bellezza e Verità. Per tutta la storia umana è sembrato che il piacere della Bellezza contrasti ed ostacoli l’integrità e la virtù della Verità. Godersi la vita, anche vivendo atteggiamenti ispirati dall’Amore e non dalla sola passione, rischia a volte un allontanarsi dalla Verità. Si veda l’esempio biblico della vita del patriarca Giacobbe. Viceversa, un comportamento retto ed onesto, può comportare il rischio di chiudersi nella rigidità, suscitando antipatia da parte degli altri. Si veda a proposito, l’esempio biblico del patriarca Yosef. Sull’Albero della Vita, le due esperienze di Bellezza e Verità sono Tiferet e Yesod, rispettivamente la sefirà al centro dell’Albero e quella subito sotto. Tradotte nelle immagini dei personaggi biblici, Tiferet, Bellezza, è Giacobbe, Yaaqov, e Verità è Yosef, il figlio prediletto di questi. A parte le numerose storie nel libro del Genesi che testimoniano un legame speciale tra questi due personaggi, la Cabalà fa notare il verso (Genesi 37, 2):
 Eile toldot Yaakov Yosef
“queste sono le generazioni di Giacobbe Giuseppe…”

   I due nomi si seguono l’un l’altro senza nessun segno di distanza od interruzione, ad indicare l’estrema vicinanza ed appartenenza reciproca tra di loro. L’unione tra Tiferet e Yesod trae la sua possibilità di essere dalla Sefirà al loro di sopra: Da’at, la misteriosa undicesima sefirà.

יוסף          יעקב

  YAAQOV              YOSEF

 Yud Ain Quf Beit          Yud Vav Samekh Peh

Yaakov 182 + Yosef 156 = 338 = 26 x 13 = il Nome di D-o moltiplicato per Uno. 338 è anche il valore di  Ziz Saddai, il mitico uccello di enormi dimensioni menzionato dal salmo 50, 11 e nel Salmo 80. Questo uccello leggendario, le cui ali potevano oscurare il sole, è l’equivalente aereo del Leviatano e del Behemot, animali-mostri il cui significato pauroso e distruttivo verrà capovolto in piacere e delizia nei tempi messianici. 

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