luce e tenebra




La Galassia Sombrero, un bellissimo esempio dell'interazione

Luce Tenebra


L’ETERNA DANZA LUCE E TENEBRA

                 La galassia Sombrero è così chiamata per la sua forma piatta ed allargata, e per il disco nero al suo bordo esterno, molto caratteristico. Nella fantasia degli astronomi che l’hanno scoperta ed osservata, essa ricorda il classico cappello del messicano. Bene, ciò denota come anche gli astronomi abbiano una ricca ed attiva fantasia. Nel passato è sempre stato così e gli osservatori di stelle erano, contemporaneamente, filosofi e mistici. Astrologia ed astronomia erano un unico insieme di conoscenza. Pur non possedendo ancora il telescopio, nelle complesse figure celesti gli studiosi vedevano, o meglio, proiettavano i complessi simboli dell’inconscio collettivo. Ciò che non poteva venire riconosciuto nelle profondità umane, veniva inviato sullo schermo celeste, dove i simboli assumevano forma e nome, storia e significato. Ma nel contesto di questo breve articolo, ci interessa un aspetto particolare di quella meravigliosa galassia, situata nella costellazione della Vergine, a circa 30 milioni di anni luce dalla nostra terra. Utilizzeremo delle proprietà e particolarità del mondo dell’astro-fisica, per fare paragoni con delle affermazioni ed assiomi del mondo della Cabalà.

                  Osserviamo l’enorme contrasto tra il centro, oltremodo luminoso, una vera e propria palla di luce di enormi dimensioni, e il bordo esterno, una cintura di spesse nuvole di scure polveri e materia interstellare. A dire il vero, è un fenomeno comune a molte galassie, di avere al loro centro un alto conglomerato di corpi celesti, la cui ravvicinata densità li rende molto luminosi. La scura cintura lungo il bordo esterno non è invece frequente. In ogni caso, ci interessa far notare come in quella galassia coesistano i due opposti per eccellenza: Luce e Tenebra. Come farebbe piacere agli studiosi di sapienza esoterica, la Luce si trova al centro, e la Tenebra all’esterno. 

                 Tuttavia, meravigliosamente equilibrando gli opposti, l’astrofisica ci insegna che al centro di molte galassie, e la Sombrero tra di esse, c’è un Buco Nero. Questi ipotetici luoghi dello spazio, la cui esistenza è ormai accettata dalla massima parte della comunità scientifica, si chiamano così poiché hanno un enorme potere di attrazione gravitazionale e succhiano, letteralmente, dentro se stessi ogni corpo ed ogni onda di energia nei loro dintorni. Secondo un’ipotesi corrente, al centro della maggior parte delle galassie è presente un buco nero di dimensioni massicce (da centomila a vari miliardi di volte la massa del nostro sole). Prima di venire assorbite da esso, le stelle e la materia incandescente della galassia, situate nelle prossimità del buco nero, si mettono a roteare intorno al bordo dello stesso buco, chiamato “orizzonte degli eventi”. Ciò è simile a quanto succede all’acqua prima di scendere nel buco del lavandino. Questa specie di centrifuga gigante genera degli straordinari fenomeni di compressione di riscaldamento (in conseguenza della legge di Boyle dei gas). La loro luminosità aumenta così a dismisura, prima che queste miriadi di stelle spariscano nel buio totale. La gravità di un buco nero, infatti, è così elevata da non permettere nemmeno ai raggi di luce di uscirne fuori. Si pensi che nel modello standard delle particelle elementari, il fotone avrebbe massa zero. Come possa quindi esso stesso venire risucchiato dalla forza di gravità, che agisce solo sulle masse? Dobbiamo agli studi di Albert Einstein, cent’anni fa, con la teoria della Relatività generale, l’ipotesi della curvatura dello spazio, poi provatasi esatta realtà.

               Così spiegano gli astrofisici, l’enorme bulbo luminoso al centro della galassia Sombrero è proprio dovuto alla presenza di un buco nero supermassiccio, le cui dimensioni sono nell’ordine di un miliardo di masse solari. All’esterno della galassia esiste invece un bordo scuro, anch’esso di dimensioni gigantesche. È tutto fatto di polveri e freddi gas interstellari, che sono la materia prima dalla quale nascono le stelle. Radunandosi e condensandosi, proprio per via di quella stesse legge di gravità che è anche la responsabile dei buchi neri, le nubi di polvere e di gas interstellari iniziano a scaldarsi, arrivando a costituire delle protostelle.  Al loro interno i gas si comprimono sempre di più. La compressione genera aumento della temperatura, e maggiore gravità, fino a che le nubi di grigia materia diventano delle vere e proprie matrici dalle quali nascono centinaia o migliaia di nuove stelle. Si calcola che l’enorme cintura nera ai bordi della galassia Sombrero sia il suo luogo primario di formazione di stelle.

           Illustrato della galassia Sombrero, abbiamo così il ciclo completo. Dall’Oscurità nasce la Luce, che poi aumenta fino ai massimi vertici possibili, prima di ridiventare buio profondo e totale. Si noti che all’interno di un buco nero non vige più nessuna delle presenti leggi della fisica, sia classica che moderna, sia su vasta scala che nelle dimensioni quantiche. Il buio non è quindi solamente fisico, ma anche conoscitivo, in quanto tipico di uno stato della realtà del quale non si sa assolutamente nulla. La Cabalà è la regina dei paradossi. Pur rispettando la verità universale secondo la quale la Luce è preferibile all’Oscurità, ecco che ai loro estremi questi due opposti si scambiano i ruoli. Dall’Oscuro nasce la Luce e a sua volta questa arriva ai propri massimi solo quando deve confrontare il Buio nuovamente, per poi sparire nel suo interno. In particolare, esiste un ramo della Cabalà che si occupa della dualità fondamentale dell’Esistenza. Si chiama: la teoria Chasadim e delle Ghevurot (Amori e Forze). All’interno della nostra scuola, essa viene sviluppata durante il secondo anno del corso di studi per corrispondenza. E poi, che ne sarà della luce che è stata ingoiata dai buchi neri? Anche negli ambienti scientifici, alcuni ipotizzano che gli stessi buchi neri altro non siano se non misteriose aperture verso nuovi e complessi universi. Teorie o realtà?

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