L'OTTAVO RE E LA SUA REGINA

rosarium


IMPORTANTI AGGIORNAMENTI STANNO PER VENIRE PUBBLICATI SU QUESTO ARGOMENTO
L’ottavo re di Edom e la sua Regina, figlia del primo alchimista della storia umana.



                  Il re  Hadar è la profezia dell’Olam ha-Tikkun, il mondo della Rettificazione. In esso D-o rimette insieme i frammenti dei recipienti distrutti, ponendovi le luci adatte. Il suo nome significa, Hadar significa “bello”, e qui c’è un’allusione alla bellezza che deriva dall’aver rettificato il proprio Yesod, o “fondamento”, cioè la potenza generativa e comunicativa, la vitalità sessuale.

              La lingua ebraica possiede otto sinonimi per indicare “bellezza”. Secondo la Cabalà, essi sono legati alle prime otto sefirot dal basso, dal Regno fino all’Intelligenza. Hadar, è Ateret ha-Yesod, ciò il Malkhut che è salito ad incoronare Yesod (ateret significa “corona”), l’unione tra Malkhut e Yesod. La rettificazione del Femminile, e quindi dei Recipienti, consiste nel passare da uno stato di mera dipendenza dal Maschile, in termini di bisogno di venire riempita dalla Luce Interiore che egli comunica, allo stato di “corona” del Maschile. Ivi giunta, il Femminile e i suoi recipienti rendono al Maschile i favori ricevuti prima, ma in misura mille volte maggiore. Infatti, posti intorno ai “cervelli” del Maschile, i recipienti della Femmina vengono riempiti di Luce Avvolgente, che proviene da un luogo molto superiore a quello da cui ha origine la Luce interiore. Il Maschile si ritrova così circondato da quella stessa luce protettiva che Adamo aveva agli inizi, ma che perse con peccato dell’albero. Il Femminile passa da Ricettore a Datore, ecco il segreto dell’Ateret ha-Yesod, a cui allude Hadar, l’ottavo re. Il suo nome potrebbe venire parafrasato così: “Colui che ha scoperto la bellezza della sessualità”. Che il sesso sia bello non è automatico, ma il frutto di un cammino di raffinamento del carattere.


         Il re Hadar abita in una città chiamata Pa’o, nome che vale 156, come Tzion. Hadar è il primo vero sionista della storia, non un’ideologo, ma un profeta. Egli sa che il ritorno degli ebrei a Sion e la fioritura della terra d’Israele sono il segno del passaggio dal mondo del caos al mondo della rettificazione. Hadar è il re “sposato”, ci insegna che l’unione maschile-femminile è la chiave per riportare l’immortalità nel mondo. In Cabalà si cerca sempre di trovare corrispondenze tra i concetti più elevati e i vari livelli dell’esistenza, anche quello fisico. Dal punto di vista esoterico, l’unione fisica tra uomo e donna non è soltanto una più o meno  riuscita occasione per scambiarsi piacere, né un semplice atto doveroso, volto alla procreazione. L’unione intima è l’occasione unica e insostituibile per operare una sottile alchimia esistenziale, grazie alla quale i fluidi animici dei compagni si intrecciano e fondono, arricchendo entrambi in modo spirituale, oltre che affettivo.



MEHEITAVEL

“… e il nome di sua moglie era Meitavel, figlia di Matred, figlia di Mei Zahav”  (Genesi 36)

                   La Torà cita il nome della moglie del re Hadar, Meheitavel. Di nessun altro re del brano di Genesi 36 si fa menzione del fatto che fosse sposato. Non perché fossero tutti monaci (anche se qualcuno potrebbe esserlo stato, come certi re indiani). In genere tutti conoscono l’abbondanza di concubine e di odalische con le quali i monarchi di ogni tempo e luogo amano riempire il tempo libero. La Torà non parla però delle loro mogli poiché in nessuno di quei rapporti c’era la rettificazione delle Acque femminili, quelle stesse Acque che, salendo prematuramente, avevano causato la Shvirat ha- Kelim (Rottura dei Recipienti). Ma con Hadar il caso è diverso, Hadar si rivela insieme a Meheitavel. Il suo nome significa letteralmente:


ma itav El? = cosa D-o farà di buono?


Parafrasando, la moglie di Hadar si chiama:

“So che è arrivato il momento nel quale D-o ci metterà in grado di rettificare la creazione, di migliorarla esistenzialmente. Lo so anche grazie agli sforzi di mio padre, e all’opera di mio nonno, che aveva ottenuto l’oro potabile”.


Infatti il nome del padre di Meitavel, Matred, significa “lavorare duramente”. E’ un chiaro insegnamento, di quanto la vera Via richieda un impegno ed uno sforzo intenso e prolungato. Ma il più strabiliante dei nomi degli antenati di Meitavel è Mei Zahav, “acque d’oro”. Si dice che egli fosse stata un grande alchimista, e che avesse ottenuto l’oro potabile, un simbolo della Medicina Universale. Alcuni commentatori suggeriscono che Mei Zahav potesse essere stata la nonna di Meitavel.

           Un altro modo di leggere il nome Meheitavel è: DIO FARA’ IL BENE TRAMITE (il nome) MAH.  Mah è il Nome di D-o che vale 45, e che viene rivelato da D-o per rettificare la realtà dopo la Rottura dei Recipienti. Meitavel vale 97, come la somma del nome MAH (45)  e del nome BAN (52) . Questi due nomi si riferiscono rispettivamente al Maschile e al Femminile Divini. Dunque, tra l’ottavo re e la moglie l’unione è perfetta, e riceve la benedizione dall’alto. Il suo frutto è l’immortalità di entrambi, profezia dei giorni messianici, nei quali:


“bila ha-mavet le-netzach” = “ingoierà la morte per sempre.” (Isaia 25)

Le lettere dei due nomi citati (MAH e BAN) formano il termine: MIVNEH, cioè EDIFICIO. Meheitavel è l’edificio eterno della creazione redenta, trasformata in “dimora di D-o nei luoghi inferiori della creazione”. Il valore 97 è anche Zman, "tempo". Secondo un grande cabalista vivente, Meitavel è la categoria di tempo esattamente a metà tra Edom e Israele, e ne scandisce la mediazione.


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